Il suono del telefono mi sveglia in piena notte, dall’altro capo una voce tremante mi dice “sono Claudio abbiamo un’emergenza a Refrontolo, contatta i capi nucleo, dobbiamo organizzare una squadra”.
Non è la prima volta, che vengo chiamato per una emergenza, ma il tono della telefonata mi preoccupa, una brutta sensazione mi passa lungo il corpo, ma so che devo mettermi all’opera perché ogni minuto è fondamentale.
Poco dopo riesco a contattare ed organizzare una dozzina di volontari, ritrovo in caserma, dotazioni per ambiente ostile con acqua e detriti.
altro non so
Tutti sono precisi puntuali, qualcuno parla di una bomba d’acqua sul Comune di Refrontolo, qualcuno parla di una tragedia, durante la tradizionale festa degli uomini. Quel presentimento, si fa di nuovo vivo in me, ma non mi scoraggio, sono già stato in emergenza, so di essere concentrato sulle mie conoscenze e so cosa fare.
Salgo nel secondo mezzo, il ducato, siedo dietro al guidatore, ho qualche scartoffia da compilare nel breve tratto di strada dalla caserma al molinetto. Nel furgone si parla a bassa voce, si cercano informazioni, si telefona a qualche amico a qualche conoscente della zona, si raccimolano informazioni contrastanti.
La fantasia, brutta bestia corre anche se non lo vuoi, arriviamo in centro paese, prendiamo la strada che scende ripida verso il lato opposto ed incrociamo un APS dei VVFF, sporco di fango, giusto il tempo di guardarci negli occhi, giusto 5 min e dal finestrino vedo un ponticello senza barriere con quello che a prima vista sembra paglia, mentre ci avviciniamo qualcosa attira ancora di più la mia attenzione. è una macchina! è il baule di una macchina rovesciata sul letto del torrente. Cerchiamo di guardare, ma il mezzo va, va rapido verso il molinetto, più ci avviciniamo più sentiamo le ruote scivolare nel fango e sempre più brutto si presenta l’ambiente fuori dal finestrino di sinistra.
Pochi istanti dopo, arriviamo, scendiamo dal mezzo ed hai nostri occhi si apre un’area spazzata via dalla furia dell’acqua.
Ci sono resti di una tensostruttura pericolante sul torrente, macchine in ogni dove, piene di fango e detriti.
Il molinetto è li integro, ma di fronte c’è una vera montagna di sassi sabbia e rami.
Non passa molto, che mi si avvicina il Coordinatore per il consueto briefing.
Le brutte sensazioni si rivelano corrette, quella notte 4 anime ci hanno lasciato.
Siamo abituati alle emergenze, ne abbiamo viste molte, ma quando qualcuno ci lascia, anche se non lo conosciamo, il nostro cuore soffre ed il nostro pensiero va a quelle persone ed alle loro famiglie.
E’ il momento di agire, il briefing con i VVFF è semplice e chiaro, dobbiamo mettere in sicurezza l’area, perchè il meteo prevede peggioramento in serata.
L’unità di soccorso vine divisa in due,
La sq.1 opererà nella parte bassa nei pressi del molinetto, per sistemare ciò che resta delle strutture della sagra.
La sq. 2opererà nella parte alta, zona passerella, per liberarla dai detriti, che continuano a creare una resistenza eccessiva la flusso delle acque.
Il lavoro delle due unità è supportato da due sq. dei VVFF, con l’aggiunta di una sq. sommozzatori in supporto alla sq. 2.
Lavoriamo interrottamente tutto il giorno, nel tardo pomeriggio, riprende a piovere, il livello del torrente sale improvvisamente, in pochi istanti guadagna dai 30 ai 40 cm, dobbiamo evacuare l’area di lavori.
Rientriamo tutti al molinetto e da qui alla caserma.
Abbiamo fatto tutto quello che ci era stato richiesto, l’area è in sicurezza. La fatica, nasconde la tristezza nei volti dei miei amici, dei miei colleghi. Saliamo nelle nostre macchine, con quel grazie a fine debriefing che ci fa pensare.
Torniamo a casa, noi torniamo a casa
Nei giorni seguenti, il servizio di soccorso, diventa un servizio di supporto alla Polizia Locale, per il monitoraggio dell’area e per la pulizia di quei detriti rimasti.
Il nostro cordoglio e la nostra vicinanza va alle famiglie e a chi in ha perso il la vita quella notte.