“Due anche a Bergamo”

Accogliere, regolare, indirizzare, tranquillizzare. Questi i compiti “assolti” dai tredici volontari del gruppo della Portezione Civile di Susegana da marzo 2021 fino a pochi giorni fa, quando ha chiuso il centro vaccinale di Godega.
Dieci uomini e tre donne, ciascuno dei quali ogni settimana ha fatto almeno un turno di servizio giornaliero – i turni sono due al giorno, di sei ore l’uno – inizialmente a Vidor e poi, appunto a Godega. In totale il gruppo ha donato 1230 ore di puro volontariato, contribuendo al buon funzionamento della macchina vaccinale, grazie alla quale il Covid-19 oggi fa meno paura. Tra loro anche un volontario che lavora e si è reso disponibile per svolgere il proprio turno di sabato o di domenica.
Li abbiamo visti tutti all’opera. Tra i loro compiti la misurazione della temperatura corporea, l’invito a disinfettare le mani, la verifica dell’orario di prenotazione, la “convocazione” alle postazioni di segreteria per fasce orarie, lo “smistamento” tra i medici incaricati di compilare i moduli informativi…

«Quando l’operazione vaccini è partit c’erano attese abbastanza lunghe  – racconta Oliviero Chiesurin, uno dei volontari-. Poi il sistema è diventato fluido. Salvo qualche episodio – qualcuno  ce si è arrabbiato, qualcun altro che pretendeva di passare senza prenotazione – le cose sono andate bene. È sempre bello aiutare gli altri. Ogni tanto abbiamo raccolto qualche preoccupazione, ad esempio la paura per l’ago o per quello che viene iniettato»

Il gruppo di Susegana ha prestato servizio anche al centro vaccinale dell’aeroporto Orio al Serio di Bergamo: < Due nostre volontarie – spiega Chiesuri – hanno raccolto l’appello in un momento di emergenza>
Ora ci sono giorni di “pausa” ma molto presto il gruppo tornerà in campo nel centro tamponi promosso dal Comune per monitorare gli studenti.
Il compenso per le 1.230 ore di servizio? «Una bottiglietta d’acqua per turno e qualche volta un panino», scherza Chiesurin.
Insomma si è trattato di tempo davvero donato, in totale gratuità. Anzi, in cambio della “paga” che più arricchisce: lo spendersi per gli altri.

 

Fonte “L’Azione”
A cura de: Federico Cintron

Aritcolo originale
Articolo originale da L'Azione